venerdì 20 dicembre 2013

Il Neoclassicismo e il ritorno alla razionalità

Marie Antoinette

Dopo gli eccessi del secolo precedente, l'arte ripropose la bellezza classica appartenuta all'antica Grecia e al Rinascimento. Ci fu una progressiva trasformazione dell'immagine artistica femminile: la donna si rivestì e assunse un ruolo ben preciso, diventò massaia, educatrice, amministratrice. Persino la dama non era più solo una dama, ma poco a poco si trasformava in un'accorta padrona di casa, con le labbra strette e il volto privo di tratti passionali. Si trattava di una bellezza pratica, senza troppi orpelli: l'eleganza semplice e scarna degli abiti maschili rimandava alla necessità di non avere oggetti inutili che si sarebbero rivelati d'intralcio di fronte a un lavoro da svolgere. Contemporaneamente però, gli artisti celebravano anche una bellezza sensuale libera dai drammi del secolo e priva di significati reconditi, lieta, semplicemente, di esistere, di mostrarsi.
La razionalità e la passione, apparentemente incompatibili, si fondevano nella bellezza neoclassica settecentesca, che aveva ereditato dal periodo Barocco alcune caratteristiche che le permettevano di essere più curata e sofisticata rispetto al concetto sviluppato nel mondo classico.

Le arti della toeletta entrarono in un'epoca d'oro, con un incredibile proliferare di pomate, acque ed essenze. Esistevano creme per attenuare tinte forti, altre per rendere pallido il viso acceso, altre ancora con scopo contrario. Prodotti per pulire e profumare la fronte si accostavano a preparazioni a base di foglie d'oro stemperate a caldo sul succo di limone, per dare al viso un'aspetto surreale. I coloranti blu per le vene contrastavano con i rossi, tanto più accesi quanto più elevata era lo status del personaggio truccato.
Persino le parrucche cominciavano a richiedere un trattamento cosmetico e venivano completamente incipriate. Nasceva così la figura del parrucchiere e le acconciature diventavano sempre più alte e complicate, tanto da richiedere ore e ore di preparazione. Le dame arrivarono a trascorrere la notte prima del ballo su una sedia per non sciupare le acconciature. I capelli e le parrucche non venivano lavati, ma per mantenerli soffici si utilizzavano polveri assorbenti e frizioni con la crusca. I borghesi che non potevano permettersi la cipria venivano presi in giro per i loro capelli neri e unti.
Il modello estetico veniva sempre dalla corte, questa volta quella francese, a Parigi: Madmoiselle Martin, profumiera reale, era l'arbitro dell'eleganza femminile. Le stravaganze a palazzo erano all'ordine del giorno: Madame de Maintenon, favorita del Re Sole, lanciò la moda delle creme a base di succo di limone; Madame de Pompadour spendeva più di 500 franchi l'anno in prodotti di bellezza e, durante la notte, usava filetti di carne fresca sul viso per imbiancare il colorito; Madame du Barry, favorita di Luigi XV, incaricò Cagliostro di trovare nuove formule magiche per la sua bellezza; pare che Maria Antonietta, così raffinata ed elegante, avesse curato il proprio make up perfino prima di salire sul patibolo. 

Madame de Pompadour

Tanta dedizione non sempre destava il plauso dell'altro sesso. Giacomo Casanova, che di donne e di bellezza se ne intendeva, fece una considerazione degna di riflessione:
Una donna è mille volte più attraente quando esce dalle braccia di Morfeo che dopo un'accurata toilette.
Nel corso del secolo cambiò radicalmente il concetto di pulizia, grazie al capovolgimento dell'idea medievale che l'acqua facesse male. 

Marie Antoinette (giovane)

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